Introdotta da una relazione di ampio respiro del presidente Luciano Monaci si è tenuta presso la Cantina dei Vignaioli del Morellino di Scansano l’Assemblea della Federcaccia Grossetana. “Vorrei aprire la nostra assemblea con una ventata di positività ottimismo, - ha esordito Monaci - ritornando a pochi giorni fa, a quella grande e bella manifestazione, il “Game Fair”, che si è tenuta a Braccagni, dove si è avuto chiaro il segno che la Maremma può esprimere eccellenze senza essere seconda a nessuno”. E sempre sul filo dell’ottimismo anche il bilancio delle tante cose fatte, partendo dalla valutazione del peso che il mondo venatorio esprime anche sul piano economico: “La caccia ed il suo indotto, riescono ancora oggi a mantenere attivi i fatturati di 2000 imprese, dando lavoro a oltre 90 mila persone, con un giro di affari di oltre 10 miliardi di euro, senza contare quello che riesce a muovere nel settore turismo e turistico venatorio”.
Anche orgoglio nelle parole del presidente Monaci: “Non dobbiamo aver paura di far valere le nostre peculiarità e la nostra passione. Siamo stati forse incompresi – ha detto - senza dubbio osteggiati ma sono convito che in tempi brevi potremo trovare nuove opportunità, e nei tempi e nei modi consoni al momento potremo ritornare a parlare di caccia, di ambiente e di gestione, massima espressione della nobile caccia, opportunità per una sana e salubre vita all’aria aperta”.
Un passaggio importante è stato poi assegnato al tema della Casa Comune dei Cacciatori: “Anche a Grosseto - ha sottolineato - è arrivato il momento di costituire la Confederazione dei Cacciatori.
Non ci fermeremo qui’ e a breve lavoreremo per trasferire le nostre esperienze a livello nazionale, per costituire un’unica grande associazione venatoria”.
Conclusione dedicata al nuovo calendario venatorio: “Abbiamo presentato le proposte come CCT alla Provincia, - ha spiegato Monaci - richiedendo il colombaccio e le altre specie in preapertura, fagiano 31 dicembre, lepre 7 dicembre, partecipanti alle battute al cinghiale da modificare dagli attuali 23 a 18 come previsto dalla l.r.t.3/94. Al nuovo Consiglio della Provincia di Grosseto, formato dai sindaci dei nostri comuni vogliamo dire che le nostre richieste sono mirate a migliorare un sistema che oramai da anni ci vede penalizzati e porta risultati negativi riscontrati dai piani di abbattimento e dai danni provocati alle culture agricole”.