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Il nostro impegno sul fronte della formazione e dei servizi sempre più qualificati rivolti ai cacciatori, si intensifica in questo inizio estate.
La nuova stagione venatoria non è lontana e le varie attività, compresa la caccia di selezione e le operazioni di controllo faunistico in art. 37, coinvolgono migliaia di cacciatori abilitati, volontari ed operatori sull’intero territorio regionale.
Per venire incontro alle crescenti richieste e grazie al supporto tecnico organizzativo di CEDAF, sono stati calendarizzati alcuni nuovi corsi che si svolgeranno nei prossimi mesi di giugno e luglio.
Segnaliamo a tal proposito il nuovo “Corso di formazione per conduttori di cani da traccia”. Lo svolgimento prevede 16 ore di lezioni teorico/pratiche complessive con frequenza obbligatoria; le lezioni teoriche si svolgeranno nella modalità di Videoconferenza su piattaforma Zoom e la lezione pratica con relativa verifica finale, si svolgerà in presenza presso l’Azienda Faunistico Venatoria “Paganico” (GR). Per info ed iscrizioni contattare i numeri 0564/451884 o 339/5916437 o tramite email a fidc.grosseto@fidc.it o cedaf.eu@gmail.com.
Al via anche 2 nuovi corsi per coloro che vorranno ottenere l’abilitazione art. 37 per le attività di controllo sulle specie opportuniste ed il cinghiale.
I relativi corsi inizieranno rispettivamente Lunedì 20 Giugno in PRESENZA presso la sede di Certaldo (FI) in via Giacomo Matteotti n° 65; per info ed iscrizioni contattare i numeri 320/7488983 o 055/216126 oppure tramite email a fidc.certaldo@gmail.com o cedaf.eu@gmail.com e Martedì 28 giugno nella modalità di Videoconferenza su piattaforma Zoom professional; per info ed iscrizioni contattare i numeri 055/219040 o 055/216126 tramite email a fidc.toscana@fidc.it o cedaf.eu@gmail.com.
Per quanto riguarda le abilitazioni alla Caccia di selezione alle specie Capriolo, Daino e Cervo sia in modalità di videoconferenza che in presenza avrà luogo l’apposito corso di formazione a partire dal prossimo lunedì 13 giugno presso la sezione provinciale Federcaccia di Grosseto in Viale Europa n°4 (GR); Per info ed iscrizioni contattare i numeri 0564/451884 o 339/5916437 o tramite email a fidc.grosseto@fidc.it o cedaf.eu@gmail.com.
Per ulteriori info potrete contattare anche i nostri numeri 055/219040 – 055/280072 oppure inviare una mail a fidc.toscana@fidc.it o in alternativa cedaf.eu@gmail.com.
La polemica innescata da alcune associazioni animal/ambientaliste (WWF, Lipu, LAC etc.) contro il Ministro della Transizione Ecologica Cingolani, dimostra ancora una volta il volto peggiore di un atteggiamento pregiudizievole e fazioso.
L’imparzialità dei rappresentanti delle Istituzioni chiamati a garantire tutti i cittadini, anche supportata da elementi oggettivi sul piano tecnico e scientifico, viene aggressivamente presentata da parte del mondo pseudo ambientalista, come una disputa tra opposte fazioni, tra sedicenti detentori della verità assoluta e politici schierati e condizionati dalla famigerata “Lobby venatoria”.
Con l’approvazione dei Calendari venatori alle porte, il clima torna ad infiammarsi e la demagogia anticaccia, riemerge nonostante le difficolta gigantesche di questo nostro paese e della situazione internazionale.
L’oggetto del contendere è una lettera inviata dallo stesso Cingolani, al Commissario dell’Ambiente UE, nella quale si evidenziano incongruenze metodologiche dei cosiddetti Key concepts - paesi di latitudine simile registrano tempi di prelievo venatorio di alcune specie di avifauna migratoria, assai differenziati - tali da determinare notevoli disparità di trattamento all’interno dell’Unione Europea: nella lettera il Ministro Cingolani chiede pertanto, secondo noi giustamente, di adottare soluzioni scientificamente omogenee. Un esempio emblematico è quello del Tordo bottaccio (Turdus philomelos), ma l’esempio potrebbe estendersi a numerose altre specie migratrici oggetto di caccia - al quale, in Francia, la caccia chiude alla seconda decade di febbraio, mentre in Italia termina al 31 gennaio (anche se Ispra indica la data del 10 gennaio).
Le associazioni ambientaliste/animaliste paventano a gran voce sui vari organi di informazione (es. Fatto Quotidiano del 24 maggio) la possibilità che l’invio della lettera di Cingolani, possa portare, in Italia, ad un allungamento dei tempi di prelievo venatorio quando semmai il nodo del contendere è quello di ristabilire un criterio oggettivo ed omogeneo tra stati non condizionato da fattori estranei ne ideologici come purtroppo da troppo tempo sta avvenendo.
La posizione correttamente espressa da parte del Ministro, dovrebbe pertanto portare ad elementi di chiarezza che finalmente, vengono raccolti da chi in prima persona si occupa delle tematiche ambientali e di una corretta e rispettosa gestione delle specie selvatiche. Un elemento fondamentale per giungere ad una lettura univoca dei Key concepts funzionale ad una corretta stesura dei futuri Calendari venatori da parte delle Regioni oggi condizionata fortemente dai pareri Ispra.
Se la scienza per natura delle cose, rappresenta un punto fermo da osservare per tutelare l’interesse generale, allora perché tanto clamore?
È il momento della riproduzione dell’avifauna, in cui gli uccelli devono trovare condizioni idonee per la costruzione del nido e per le cure parentali. Per gli uccelli acquatici una condizione non facile in molte regioni italiane, a causa della trasformazione del territorio per scopi agricoli, industriali, costruzione di vie di comunicazione e abitazioni.
I cacciatori contrastano questa tendenza ricreando e conservando bacini di acqua dolce permanenti che permettono sia la sosta durante le migrazioni, sia la riproduzione di varie specie.
In questo video possiamo ammirare i cavalieri d’Italia nidificanti in un lago da caccia nella Regione Marche, che offre un habitat di alto valore biologico in un contesto di aree coltivate. Senza l’interesse dei cacciatori queste oasi di biodiversità non esisterebbero, e sottolineiamo che sono realizzate e mantenute con le risorse economiche, ma anche umane e di tempo, dei cacciatori.
La caccia è uno strumento di conservazione della fauna, questa è un’altra testimonianza.
Roma, 24 maggio 2022 - Da pochi giorni sono disponibili i risultati del monitoraggio sulla presenza del lupo in Italia prodotti dall’Ispra su mandato del Ministero della Transizione Ecologica, al termine del progetto realizzato a livello nazionale. L’attività ha coinvolto, tra il 2020 e 2021, una vasta rete di esperti (oltre 3000 persone, tra operatori volontari formati e personale di enti pubblici e associazioni) nella raccolta dei segni di presenza del lupo da Nord a Sud. Tra i volontari anche esponenti del mondo venatorio, che hanno messo a disposizione le proprie competenze per questo fine comune. La rete di operatori è stata coordinata nella regione alpina dal progetto Life WolfAlps EU e nella regione dell’Italia peninsulare da 20 tecnici incaricati da Federparchi Europarc Italia. Complessivamente sono stati percorsi 85.000 km a piedi. Il monitoraggio è stato condotto suddividendo il territorio nazionale in celle di 10x10 km e realizzando due analisi distinte per la zona Alpi e l’Italia peninsulare. Lo studio ha integrato tecniche di indagine di campo e genetiche, analizzando i risultati con i più recenti modelli statistici disponibili.
La presenza del lupo è stata documentata da 6520 riprese fotografiche con fototrappola, 491 eventi di predazione su ungulati, 1310 tracce, 171 esemplari morti, oltre che da 16.000 escrementi rinvenuti sul terreno. Sono state inoltre condotte analisi genetiche su 1500 campioni attribuiti alla specie.
Complessivamente è stata stimata la presenza di circa 3300 lupi in Italia: circa 950 esemplari nelle regioni alpine e quasi 2400 nel resto della penisola. A livello distributivo è stato possibile constatare che la specie occupa quasi tutti gli ambienti idonei dell’Italia peninsulare.
Rispetto ai dati precedenti, sebbene frammentari, è stato possibile registrare un aumento complessivo della popolazione, in particolar modo nella regione alpina.
È importante sottolineare che i risultati di studi di questa entità e ampiezza geografica comportano necessariamente un margine di errore insito nei metodi di stima. Come indicato nel report tecnico, i numeri complessivi oscillano tra gli 822 e 1099 esemplari nella regione alpina e tra i 2020 ed i 2645 esemplari nelle aree peninsulari.
L’Italia sta affrontando due emergenze legate al cinghiale: una la PSA, l’altra l’eccessiva presenza di selvatici con danni al settore agricolo e pericoli per l’incolumità dei cittadini. Buconi: “Le parole di Costa un segno che sui temi dell’ambiente le Istituzioni e la politica stanno passando dall’ideologia alla concretezza”
Roma, 19 maggio 2022 – Così questa mattina il sottosegretario alla Salute Andrea Costa ai microfoni di “24 Mattino – Le interviste” su Radio24 parlando della peste suina. Alle domande di Simone Spetia, conduttore della seguitissima trasmissione, il sottosegretario non si è nascosto dietro a giri di parole e ha sottolineato con decisione come l’Italia stia affrontando due emergenze legate alla specie cinghiale: una la PSA, l’altra l’eccessiva presenza di selvatici con conseguenti danni arrecati alle produzioni agricole e sempre crescenti rischi per l’incolumità delle persone.
“Bisogna ristabilire il giusto equilibrio – ha detto Costa – e c’è bisogno dell’intervento dell’uomo”.
Un intervento che il sottosegretario ha individuato nell’azione dei cacciatori. Dopo aver ricordato che in Piemonte nelle zone interessate alla febbre suina sono stati già abbattuti oltre 500 cinghiali grazie a selettori e cacciatori abilitati, ha aperto la strada anche ad altre tipologie di intervento e di prelievo sottolineando “ovviamente col coinvolgimento dei cacciatori che in questo momento sono nostri alleati in questa battaglia”.
“Ringrazio veramente di cuore il sottosegretario Costa per le sue parole, pronunciate non in un incontro riservato a pochi addetti ai lavori dove avrebbero potuto assumere il valore di una semplice lusinga, ma pubblicamente, ai microfoni di una trasmissione che va in onda in un’ora di altissimo ascolto ed è seguita in tutta Italia” ha dichiarato il Presidente Nazionale di Federcaccia Massimo Buconi.
“È insieme un attestato di fiducia nella serietà del nostro ruolo di membri della società attivi al fianco delle Istituzioni e della comunità e un riconoscimento a quanto i cacciatori fanno come gestori dell’ambiente - ha concluso il Presidente – Un segno, insieme ad altri, che finalmente sui temi dell’ambiente le Istituzioni e la politica stanno passando dall’ideologia alla concretezza”.
Ufficio Stampa Federazione Italiana della Caccia
Roma, 12 maggio 2022 - Causa i capi infetti rinvenuti a Roma, l’attenzione delle Istituzioni sulla Psa pare finalmente essersi ridestata, dopo che per mesi il tema sembrava essere affrontato con poco più di una sorta di “vigile attesa”.
Un atteggiamento che a molti, veterinari e tecnici in primis, ma anche ad associazioni agricole e venatorie, appariva poco opportuno, considerato che l’esplodere di una epidemia di febbre suina africana non avrebbe per l’uomo nessuna conseguenza diretta, ma metterebbe in ginocchio la filiera suinicola e relative eccellenze gastronomiche del nostro Paese. Un danno incalcolabile.
Qualcosa, finalmente, si muove. In attesa di rivedere, come chiediamo da anni, la legge 157/92 e mettere mano alle numerose pastoie burocratiche amministrative, ai rimpalli di competenze, agli stop dovuti a ricorsi animalisti e a tutto quanto impedisce nel nostro Paese di avere una gestione faunistica in linea con i precetti scientifici (situazione che ha contribuito fortemente all’attuale stato di sovrannumero di alcune specie), si sta approntando un piano di emergenza che darà competenze straordinarie alle Regioni per procedere a una eliminazione dei cinghiali nelle zone rosse e a una loro drastica riduzione su tutto il territorio nazionale.
Ovvio e scontato che tolte le allegre boutade animaliste su anticoncezionali, contenimenti naturali effettuati dai lupi – altro tema che prima o poi ci si dovrà decidere ad affrontare – catture e trasferimenti – e dove? che non esiste più un ettaro libero – questa riduzione drastica debba prevedere l’impiego dei cacciatori.
Non poteva essere diversamente: le prove importanti vanno svolte in palcoscenici importanti e quindi si torna a Collacchioni, il teatro “Regio” della cinofilia, con tantissime coppie di starne trovate e organizzazione perfetta, sempre sotto l’occhio vigile e attento di Domenico Coradeschi.
Una cinquantina i cani iscritti a catalogo divisi in due batterie – quella dei continentali affidati all’esperto giudice Giampietro Mauri, quella degli inglesi al duo Ivo Pulcinelli e Vincenzo Musone – che hanno affrontato terreni ideali le qualità dei soggetti, con l’erba un tantino alta che ne ha messo a dura prova il lavoro.
Nella relazione dei continentali fatta da Mauri, il giudice ha espresso tutto il suo rammarico per non avere nessun cane in classifica, circostanza dettata non certo dalla mancanza di selvaggina ma proprio dal suo opposto! Diversi soggetti infatti dopo aver svolto un ottimo turno aggiudicandosi anche il meritato punto, nel proseguo hanno avuto poca fortuna con altri incontri che li hanno portati a sbagliare e di conseguenza a malincuore essere eliminati.
Cosa diversa nella batteria degli inglesi, con 4 cani in classifica: da segnalare il giovanissimo concorrente Quan Gallie che si aggiudica il MB con il suo setter Eto; al terzo posto con Ecc si classifica Alma, setter inglese di Alessandro Borgnoli; eccellente la prova svolta da Picasso, setter condotto magistralmente da Francesco Ferrante, e senza alcun errore quella di Diego Galletti con il suo setter inglese LappolBobo.
Davanti alla quasi totalità dei componenti in rappresentanza di tutte le associazioni confederate, si è tenuta lo scorso 27 aprile l’Assemblea annuale della Confederazione Cacciatori Toscani.
Un appuntamento sentito e largamente partecipato che ha consentito, in un clima di forte coesione, di tracciare il lavoro e l’impegno per i prossimi mesi.
In apertura i lavori si sono incentrati sulla presentazione del Bilancio consuntivo 2021 e di quello previsionale per l’anno corrente nel rispetto dei disposti legislativi imposti dalla recente normativa sul terzo settore e dai regolamenti attuativi che regolano le attività delle Associazioni di Promozione sociale (APS) iscritte al RUNS. Un bilancio largamente positivo nelle risultanze e per gli investimenti finalizzati alle attività tecnico scientifiche, alla formazione e per l’incremento della comunicazione esterna.
A seguire, l’assemblea è entrata nella parte più viva e pulsante degli argomenti legati alla caccia in Toscana e di conseguenza ai problemi e prospettive che ci troviamo ad affrontare giornalmente.
Il segretario Marco Romagnoli, nella sua articolata e puntuale relazione, ha tratteggiato i contorni di una storia, quella della CCT che ancora oggi si ripropone in tutta la sua attualità, come una esperienza forse unica in campo nazionale. La Confederazione ha saputo dare forma e sostanza anche in termini organizzativi e rappresentativi, alla richiesta dilagante di unità che viene dal nostro mondo e soprattutto dai singoli cacciatori.
“La contaminazione delle idee e delle migliori esperienze che il mondo venatorio toscano portava in dote all’atto della costituzione della CCT, sono state alla base di una intensa stagione di battaglie e proposte per dare senso e prospettiva alla caccia di domani” ha esordito Romagnoli. La CCT non è nata infatti come abiura delle identità originarie, negazione del passato, volontà di nuovismo ma come insieme di valori e conoscenze sulle quali ricostruire la caccia del futuro avendo la capacità , la lungimiranza e il coraggio politico di andare oltre agli schemi di questi anni.
Una piattaforma di contenuti ed obiettivi vincolanti che stanno alla base di un modello unitario di secondo grado che ha dimostrato che l’unità vera non si ottiene con le formule che lasciano “mano libera” ai soggetti che la predicano. L’unità vera, funzionale e strutturata si ottiene e si pratica dotandoci di regole certe e su una piattaforma di contenuti trasparenti e vincolanti.
Su queste basi e dopo aver ricordato i principali risultati raggiunti in questi anni e le problematiche aperte (regolamenti, Calendario Venatorio, Piano Faunistico regionale, ATC e nuovo patto tra cacciatori ed agricoltori sulla biodiversità etc.) Romagnoli è venuto al punto centrale della proposta politica che da domani animerà il confronto con i cacciatori e con quelle associazioni che vorranno nel concreto e senza infingimenti, impegnarsi per una ripartenza convinta sulla costruzione dell’unità.
Sabato 30 aprile alle ore 12,30 nello spazio Arena di Eos il Coordinamento Giovani di Federcaccia, ufficializzato da poco e in questa occasione alla sua prima uscita in un evento di caratura nazionale, ha organizzato con il supporto di Federcaccia Nazionale l’incontro aperto al pubblico “Caccia, tu che dici?”.
I Giovani cacciatori con il Coordinatore nazionale Paolo di Bella e il vice Carmelo Violante si confronteranno sui temi della caccia con il conduttore più irriverente e anti-politically correct di sempre: Giuseppe Cruciani.
Al centro dell’incontro saranno soprattutto le questioni più care al Coordinamento e che stanno alla base del suo programma: crescita e formazione dei cacciatori e comunicazione di cosa è e fa realmente la caccia, per rompere il muro di gomma basato in gran parte su ideologia e preconcetti che isola l’attività venatoria e i suoi praticanti.
Si parlerà anche di come avvicinare i giovani alla caccia, ma anche a un rapporto equilibrato con l’ambiente, le sue problematiche e la sua gestione, in linea con gli strumenti e le sensibilità attuali, andando oltre gli stereotipi e le mode.
Al confronto parteciperà anche il presidente nazionale di Federcaccia Massimo Buconi.
ATC 3 SIENA NORD: A CACCIA DI SICUREZZA … ARRIVA IL PRIMO SOCCORSO!
Il tema della sicurezza durante lo svolgimento dell’attività venatoria e più in generale sulle attività all’aria aperta, è da tempo all’attenzione del mondo venatorio e delle istituzioni toscane.
Promuovere la cultura della sicurezza in tutte le sue forme è anche uno dei compiti più importanti che le associazioni venatorie e gli ATC, sono chiamati a svolgere e sviluppare tra i loro associati ed iscritti.
Le iniziative, i corsi di formazione e più in generale l’informazione sui rischi e sulle principali regole da osservare per il primo soccorso, sono da tempo realizzati ed in corso di svolgimento sul territorio regionale.
A questo proposito, vogliamo mettere in evidenza una interessante iniziativa messa in atto dall’ATC 3 Siena Nord in collaborazione con la ASL Toscana Sud Est e le squadre di caccia al cinghiale operanti nell’ATC stesso.
Il progetto si articolerà sostanzialmente in due fasi distinte. Una prima fase incentrata sulla formazione con un corso di primo soccorso tenuto da medici ed infermieri del 118 sulle tecniche e prime cure. Nella seconda fase, saranno individuati e realizzati dei punti strategici nelle zone boschive e in altri ambienti agro-silvo-pastorali, appositamente segnalati e manutenuti dalle stesse squadre, per consentire l’arrivo dei mezzi di soccorso e dell’elisoccorso.
“Le piazzole” saranno segnalate evidenziando le relative coordinate GPS per consentire alla sala operativa del 118 una immediata individuazione del luogo in cui è stato trasportato il ferito o l’infortunato.
Un plauso sincero e doveroso va dunque a Marco Radi - Vice Presidente ATC Siena 3 Nord che si è occupato della realizzazione di questo importante progetto.
Grazie ai cacciatori, potranno essere realizzati interventi e azioni di cui potranno beneficiare tutti i cittadini e i frequentatori dell’ambiente boschivo e della natura.
Un esempio concreto e di assoluto valore che speriamo venga ripreso anche dagli altri ATC Toscani.
In allegato riportiamo l’articolo uscito sulla Nazione Cronaca di Siena